giovedì 10 gennaio 2013

Il bicchiere fra progresso e regresso tecnologico.

Visitando musei e mostre e leggendo libri sulla storia locale, il bicchiere, in antichità, sembra essere termometro del livello di evoluzione tecnologica dei popoli, la mia breve indagine è incentrata sul territorio pinerolese e torinese.

Tutto parte da una visita al museo Archeologico di Torino, dove il bicchiere fa la sua comparsa come raffinato prodotto della manifattura ceramica cisalpina. La contaminazione culturale fa di questo bicchiere un bicchiere tutto men che romano: il "know how" è preromano, legato alla produzione celtica, mentre la decorazione proviene dalle tradizioni elleniche. La contaminazione culturale greca nella pianura padana si riflette anche nei bicchieri.

Bicchiere, ultimo quarto del I secolo a.C, Torino, museo Archeologico
Per il prossimo reperto passiamo nella dimensione agricola della Doma Rossa. La Doma Rossa è una località di Riva di Pinerolo, dove, durante gli scavi per la realizzazione della Pinerolo-Torino, fu scoperta una necropoli romana di circa 20 sepolture.
I reperti venuti alla luce sono esposti presso la casa del Senato pinerolese e curioso è scoprire la presenza, in un dei corredi, di un bicchiere di vetro.
Certo, è in frammenti, ma è la sua presenza ad essere importate: il bicchiere di vetro era divenuto oggetto comune, abbastanza prezioso da far parte di un corredo funebre ma non abbastanza da essere una privazione insostenibile per la famiglia del defunto. Il progresso tecnologico si manifesta in questo bicchiere.

Bicchiere, parte di corredo funebre, ritrovato presso Riva di Pinerolo, I sec. d.C.

Cade l'Impero ed è oblio, il Piemonte passa secoli di buio medioevo, di invasioni prima barbare, poi saracene e bruschi cambi di influenza. Pinarolium, l'attuale Pinerolo, nasce attorno al X secolo d.C, nei pressi dell'abbazia di  Santa Maria Assunta ora scomparsa, ma che ha dato il nome alla frazione Abbadia Alpina. Va detto che il medioevo colpisce ovunque e un velo oscuro cala su tutta l'Europa, la tecnologia Romana è dimenticata. Nel Pinerolese, come nell'Inghilterra di Bryson, si dimentica il mattone e le sue tecniche di cottura, le case tornano dunque ad essere in legno, terra e paglia, per la precisione la tecnica utilizzata per gli edifici pinerolesi è la "longobarda", come afferma Mauro Maria Perrot in "Storia di Pinerolo". La Pinerolo in paglia e terra oramai è sparita, soppiantata dagli edifici trecenteschi nei quali il mattone fa il suo fiero ritorno, un pregevole esempio di edificio in mattoni è la stessa Casa del senato, ospitante i reperti della Doma Rossa.

Casa del Senato, Pinerolo


Più o meno negli stessi anni ritorna anche la manifattura del vetro, la più celebre del mondo forse: quella di Murano, sorta nel 1295, a seguito del trasferimento sull'isola delle pericolose vetrerie veneziane.
Sebbene le vetrerie fossero già presenti a Venezia, è interessante recarsi presso le collezioni di Palazzo Madama per comprendere quanto sia importante la manifattura di Murano: i curatissimi bicchieri custoditi all'ultimo piano, come quello citato nel post dei peccati capitali, sono datati a partire dal 1300.

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